Misurazione della pressione arteriosa
La pressione arteriosa è la pressione esercitata dal sangue, pompato dal cuore, sulla parete delle arterie che distribuiscono il sangue stesso nell'organismo.
Pressione arteriosa: Cos’è, come si misura e quando
La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue viene spinto dalla pompa cardiaca nei vasi; prende il nome di pressione arteriosa (PA) se si tratta di arterie, o di pressione venosa se si tratta di vene. Più è alta la pressione e maggiore è il lavoro (e la fatica) che deve compiere il cuore.
Conoscere la pressione arteriosa: La massima, la minima e la differenziale
La rilevazione della pressione arteriosa deve avvenire con il paziente in posizione rilassata e comoda
La pressione arteriosa (PA) dipende da due fattori:
- Gittata cardiaca, ovvero il volume di sangue che il ventricolo sinistro spinge in aorta in un certo tempo
- Resistenza, ovvero la resistenza al flusso data dai vasi.
Poiché l’immissione del sangue nelle arterie avviene in maniera discontinua, la pressione arteriosa oscilla continuamente, dando valori diversi. Si parla dunque di:
- Pressione arteriosa sistolica (PAS): comunemente chiamata “massima”, è un valore dato dal massimo flusso sanguigno espulso ad ogni contrazione del cuore nella fase di sistole. È dato dal volume di sangue e dalla forza con cui i ventricoli si contraggono e dall’elasticità delle arterie.
- Pressione arteriosa diastolica (PAD): comunemente chiamata “minima”, è un valore dato dal periodo di riposo del cuore, ossia la diastole; è dato dalla durata della diastole e dalle resistenze periferiche.
- Pressione arteriosa differenziale (o media): è un valore calcolato attraverso una formula che esprime la differenza tra PAS e PAD.
PROCEDURE
La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue viene spinto dalla pompa cardiaca nei vasi; prende il nome di pressione arteriosa (PA) se si tratta di arterie, o di pressione venosa se si tratta di vene. Più è alta la pressione e maggiore è il lavoro (e la fatica) che deve compiere il cuore.
Conoscere la pressione arteriosa: La massima, la minima e la differenziale
La rilevazione della pressione arteriosa deve avvenire con il paziente in posizione rilassata e comoda
La pressione arteriosa (PA) dipende da due fattori:
- Gittata cardiaca, ovvero il volume di sangue che il ventricolo sinistro spinge in aorta in un certo tempo
- Resistenza, ovvero la resistenza al flusso data dai vasi.
Poiché l’immissione del sangue nelle arterie avviene in maniera discontinua, la pressione arteriosa oscilla continuamente, dando valori diversi. Si parla dunque di:
- Pressione arteriosa sistolica (PAS): comunemente chiamata “massima”, è un valore dato dal massimo flusso sanguigno espulso ad ogni contrazione del cuore nella fase di sistole. È dato dal volume di sangue e dalla forza con cui i ventricoli si contraggono e dall’elasticità delle arterie.
- Pressione arteriosa diastolica (PAD): comunemente chiamata “minima”, è un valore dato dal periodo di riposo del cuore, ossia la diastole; è dato dalla durata della diastole e dalle resistenze periferiche.
- Pressione arteriosa differenziale (o media): è un valore calcolato attraverso una formula che esprime la differenza tra PAS e PAD.
Le fluttuazioni della pressione arteriosa
La PA subisce diverse oscillazioni nel corso della giornata e, in un paziente sano, ha valori fisiologicamente più bassi durante il sonno e nelle prime ore del mattino. Le fluttuazioni dipendono anche da:
- attività fisica
- temperatura
- stato d’animo
- età
- sesso
- patologie presenti.
Inoltre vi sono numerosi ormoni che incidono sulla variazione della PA, fra cui:
- Le catecolamine (adrenalina, noradrenalina)
- Corticosteroidi
- Ormoni tiroidei
La PA è uno dei parametri più importanti, perché è in grado di darci un’indicazione sulle condizioni del paziente; in alcune categorie di pazienti è utile anche il monitoraggio frequente, poiché una PA alterata a lungo termine comporta danni ai vasi, alla circolazione, ecc.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel mondo almeno 1 adulto su 5 soffre di ipertensione e questo fattore è causa di circa la metà delle morti per attacco cardiaco e stroke ischemico.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, negli stati sviluppati l’incidenza di persone ipertese sta progressivamente diminuendo, grazie alla diagnosi precoce, alla prevenzione e al monitoraggio.
Negli stati africani l’OMS stima invece una percentuale di pazienti affetti da ipertensione pari a circa il 30% della popolazione. Questo è dovuto all’impossibilità di accedere ai trattamenti e all’impossibilità di controllare la PA.